Il mistero del sommergibile fotografato a 90 metri di profondità. Di chi è? Affondato 40 anni fa. Ora è un «giallo»
di MARCO CORRIAS
CAGLIARI — E’ un gallo storico in piena regola, per la cui risoluzione si stanno mobilitando giornali, ambasciate straniere e la Marina Militare italiana.
Al largo di Torre delle Stelle, una località turistica a cinquanta chilometri a ovest di Cagliari, a un centinaio di metri dalla riva e a novanta di profondità è stato individuato il relitto di un sommergibile, affondato quasi certamente nel corso di una battaglia navale avvenuta tra la fine del 1942 e i primi mesi del ’43.
La scoperta è stata fatta da un’equipe coordinata da Roberto Olla, cagliaritano, regista della Rai, e da Giampaolo Porcu, ingegnere, presidente dei subacquei sardi, e nei giorni scorsi la sagoma del sottomarino è stata filmata ed esattamente localizzata.
A quale paese appartiene realmente il sommergibile?
Al suo interno custodisce ancora le salme dei marinai?
Nei giorni scorsi fonti giornalistiche inglesi avevano fatto sapere che poteva trattarsi del «Sahib», un sommergibile affondato dalla Torpediniera «amene II» italiana di scorta a un cargo tedesco, a sua volta affondato dal «Sahib».
Ieri, però, l’ambasciata britannica a Roma ha smentito: il comandante del «Sahib», l’allora Tenente di vascello Bramage, rintracciato ha detto:
«Il mio sommergibile fu affondato nell’aprile del ’43 al largo di Capo di Milazzo.
Mi sembra molto strano si sia spaccato in due e un tronco-ne sia rimasto in Sicilia e un altro si sia spostato a Capo Carbonara, in «Sardegna». Un testimone di quei giorni tragici è ancora vivo e ha raccontato quel che vide da terra il 24 aprile del 1943.
Mario Piras allora era un giovane ufficiale di Sant’Elia:
«Vidi un sommergibile emergere a circa 400 metri dalla costa, puntare i suoi cannoni verso un cargo tedesco che navigava in direzione di Cagliari e sparare. Il cargo, colpito, colò a picco, e quando il sottomarino era di nuovo in immersione arrivò una squadriglia di aerei italiani partiti dalla vicina base di Elmas che lanciarono alcune bombe di profondità».
Stando al racconto del testimone nessuno dell’equipaggio si sarebbe salvato. Dagli archivi storici della Marina Militare italiana, dovrebbe essere possibile ricostruire l’identità di quel sommergibile, ma non t semplice. Intanto si fanno solo ipotesi.
La prima: il 9 febbraio di quell’anno il sommergibile «Malachite», classe «600» di ritorno da una missione in Algeria, con una Cinquantina di uomini di equipaggio a bordo, venne affondato da un siluro di un sottomarino olandese, il «Dolphin», nel golfo di Cagliari.
L’altro episodio, parla del sottomarino «Topazio», anche questo come il «Malachite» della classe «600». Ma secondo gli archivi storici della Marina Militare italiana il «Topazio» non affondò nell’aprile, e soltanto nel settembre venne dato disperso, Ora nella zona si svolge una battaglia meno cruenta per riuscire a capire di che mezzo si tratti.
Una battaglia che ha per protagonisti un ex ufficiale inglese, John Mac Ginnes che conduce le ricerche per conto della rete televisiva americana Cbs e l’equipe guidata da Olla e da Porcu per la Rai.